Ode al Carnevale o Oddio il Carnevale?

Ode al Carnevale o Oddio il Carnevale?

E’ Carnevale, evviva l’allegria. La gioventù vuol ridere e scherzare…” cantava una canzone popolare di tanti anni fa. Eh beh, il Carnevale è la festa in maschera per antonomasia, in quei giorni ci possiamo travestire, truccare e diventare chiunque vogliamo. E poi “a Carnevale ogni scherzo vale”, tutti possono dar sfogo alla propria ironia e lo sfottò è sempre perdonato! Insomma, a chi non piace questo baccanale cristiano, ma anche un po’ pagano? Ma a nessuno, no?

Non è proprio vero, non tutti amano questa festa così popolare. Chissà perché? Gli psicologi s’interrogano, soprattutto riflettendo sulle reazioni ostili dei più piccoli. Paura del diverso, timore di non controllare la situazione essendo ignari di chi ci sia dietro la maschera, o forse solo timidezza, questi i motivi principali rilevati dagli studi. Del resto per molti bambini la “maschera” rappresenta l’ignoto, viene identificata come una figura sconosciuta e non familiare. Detto questo, la stragrande maggioranza dei più piccoli e dei loro genitori amano il Carnevale.

Di sicuro, noi di Italia Gas e Luce non possiamo ignorarlo, visto che la nostra sede è a Lido di Camaiore, a un passo da uno dei Carnevali più importanti al mondo: quello di Viareggio. Carri sfavillanti, pieni di ironia e colori, costumi e maschere ci consentono di mettere da parte le nostre individualità quotidiane e sperimentare un accresciuto senso di unità sociale.

Ma proviamo a concentrarci sulle tematiche a noi care dell’ecologia e del rispetto dell’ambiente. Quanto riguardo c’è nei confronti della natura durante il periodo carnevalesco? Di sicuro, troppo spesso, queste feste non rispettano l’ambiente. Le strade vengono lasciate sporche, con coriandoli, stelle filanti, bombolette spray di plastica. I coriandoli di carta, per esempio, sono sicuramente meno inquinanti, ma non sostenibili, perché creano comunque un impatto: possono essere ingeriti dagli animali e intasare le vie di scolo delle acque. 

E allora come facciamo ad essere green durante il periodo del Carnevale, senza per questo essere meno creativi?  Questi sono alcuni consigli per un Carnevale totalmente green ed ecosostenibile

  1. Costumi di Carnevale fai da te o riciclati

Evitiamo di acquistare ogni anno abiti o maschere di Carnevale. Con un po’ di inventiva e di creatività possiamo creare abiti risparmiando denaro e rifiuti, spulciando nel nostro armadio. Si può anche mettere in atto gli insegnamenti della nonna di taglio e cucito per trasformare vecchi vestiti, riadattare tessuti, dando sfogo alla propria fantasia. 

Nel momento in cui si decide di gettare questi costumi, è fondamentale smaltirli nel modo corretto, separando i vari elementi che li compongono per inserirli negli appositi contenitori.

  1. Trucchi green

Il trucco utilizzato per i travestimenti di Carnevale è nocivo per l’ambiente: una volta lavato via, finisce nelle acque di mari e fiumi. Il trucco eco-bio, invece, non contiene sostanze chimiche né siliconi, ed è quindi estremamente green. Basterà acquistare pigmenti in polvere libera in negozi specializzati, per poi mescolarli ad una crema neutra biologica. (leggi il nostro articolo sui trucchi green)

  1. Coriandoli in carta

Sono sempre più diffusi i coriandoli e le stelle filanti di plastica. Seppur l’effetto visivo sia maggiore, lo è anche l’impatto ambientale per la loro tipologia di materiale. Meglio coriandoli in carta fai-da-te, che possono essere realizzati in casa con semplici ritagli di giornali e riviste. Un’attività molto divertente da condividere con i bambini.

Oppure se volete essere all’avanguardia c’è un’azienda tedesca che dal 2018 produce coriandoli fatti di amido di mais e contenenti 23 tipologie di semi che, disperdendosi nell’ambiente e deteriorandosi, permettono di piantare fiori e piante, salvaguardando così l’ecosistema.

 

Infine, un ultimo consiglio: ripulire sempre! Impegniamoci a raccogliere tutto ciò che si getta e a pulire, per quanto possibile, l’ambiente che ci circonda. 

In conclusione, un tocco storico finale. Per chi ne fosse curioso, la materia prima dei carri del Carnevale è la cartapesta, o meglio: la carta a calco. Inventata dal pittore e costruttore viareggino Antonio D’Arliano nel 1925, ha permesso di realizzare opere sempre più grandi, ma allo stesso tempo leggere. Modelli in creta, calchi in gesso, carta di giornale e colla, fatta di acqua e farina, sono gli ingredienti semplici del più grande spettacolo al mondo nel suo genere.

La filosofia del recupero e del riciclaggio, attraverso una tecnica manuale unica, sono alla base della manifestazione carnevalesca, in special modo a Viareggio, dove dal dicembre 2001 è stata creata la Cittadella del Carnevale, il più grande ed importante centro a tema italiano dedicato alle maschere. Non esistono, in Italia, per dimensioni, spazi, servizi, altrettanti grandi poli incentrati sul Carnevale.

E allora, Ode al Carnevale! Anche per coloro che invece pensano: “Oddio il Carnevale!

Sa(n)remo Green?

Sa(n)remo Green?

Il Festival di Sanremo 2023 finalmente è cominciato ed è già nel vivo. Stiamo tutti ascoltando con curiosità le canzoni dei big in gara, anche grazie al Fanta Sanremo, il gioco che ha riacceso l’interesse per l’insormontabile Kermesse canora anche nei più giovani. Le melodie e le parole risuonano sul palco dell’Ariston desiderosi di diventare le nuove hit dell’anno.

Sembra però, dai primi ascolti, che gli autori e i cantanti si siano dimenticati di porre l’attenzione sui temi a noi cari quali l’ecologia, la sostenibilità e il rispetto della natura. Occasione sprecata perché, secondo studi recenti, un italiano su due è convinto che una canzone possa influenzare o addirittura modificare i comportamenti nei confronti dell’ambiente e favorire quindi l’adozione di buone pratiche sostenibili.

Ma non è sempre stato così, in passato nelle edizioni della manifestazione sanremese abbiamo potuto apprezzare numerose canzoni portabandiera del “green”. Fino ad oggi, sono quindici i brani totalmente “verdi” che hanno contraddistinto la storia del Festival, cominciando addirittura dal 1955 con “Canto nella valle” di Natalino Otto, per terminare con l’edizione del Festival del 2020 (forse la più ambientalista di sempre) dove ben due performers hanno affrontato il tema: il rapper Rancore in “Eden” e Gabriella Martinelli con la sua “Il gigante d’acciaio” che ha raccontato il dramma ambientale dell’Ilva. 

Siete curiosi di scoprirle? E allora non dilunghiamoci oltre, signore e signori, ecco a voi la “Sanremo playlist delle canzoni “ecologiste”.

Canto nella valle – Natalino Otto & Trio Aurora & Bruno Pallesi & Radio Boys, 1955

Il Ragazzo della via Gluck – Adriano Celentano, 1966

Ciao amore, ciao – Luigi Tenco, 1967

L’immensità – Don Backy, 1967

L’arca di Noè – Sergio Endrigo, Iva Zanicchi, 1970

Montagne verdi – Marcella Bella, 1972

E le rondini sfioravano il grano – Giampiero Artegiani, 1986

Cara terra Mia – Albano e Romina Power, 1989

Voglio andare a vivere in campagna – Toto Cotugno, 1995

Luce – Elisa, 2001

Il senso della vita – Elsa Lila, 2007

Nu juorno buono – Rocco Hunt, 2014

Abbi cura di me – Simone Cristicchi, 2019

Eden – Rancore, 2020

Il gigante d’acciaio – Gabriella Martinelli, 2020

Noi di Italia Gas e Luce, però, abbiamo la nostra personale classifica. 5 sono le canzoni cha abbiamo voluto approfondire e ricordare:

Il Ragazzo della via Gluck – Adriano Celentano, 1966: direttamente dalla metà dei favolosi anni ‘60 arrivò sul palco del Teatro Ariston questo brano con un tema molto importante come quello dell’urbanizzazione selvaggia a discapito del verde.

Pedala – Frankie hi-nrg, 2014: un brano che non solo è “energizzante” ma fa venire voglia a tutti di prendere una bicicletta (anche elettrica) e andare in giro per il mondo.

Luce – Elisa, 2001: Canzone vincitrice del Festival e che con una delicatezza estrema ci fa capire molte cose. C’è la narrazione di un amore e della necessità di dialogo, proprio come il vento fra gli alberi, come il cielo con la sua terra. 

Terra promessa – Eros Ramazzotti, 1984: Brano vincitore delle Nuove Proposte di quel’anno. Energia e voglia di una “terra promessa, un mondo diverso dove crescere i nostri pensieri”, in modo green ovviamente!

La nevicata del ‘56 – Mia Martini, 1990: In ultimo, ma non ultimo, questo pezzo immortale che vinse il Premio della Critica ed entrò ben presto nella storia del Festival di Sanremo. Mia Martini racconta della nevicata del 1956 che colpì Roma e che venne considerata la più pesante dal 1929, tanto da essere ricordata come la nevicata del secolo. Fu forse uno dei primi eventi climatici estremi che oggi, purtroppo, sono diventati all’ordine del giorno. Per questo ricordare quel momento potrebbe aiutarci nella riflessione fondamentale legata proprio all’importanza di rispettare il nostro Pianeta.

Prima di chiudere, vogliamo aprire una piccola finestra “verde” sul Sanremo in corso, parlando di Marco Mengoni, non soltanto perché è a tutti gli effetti il favorito nella gara, ma per essere stato già eletto il più green del Festival 2023, grazie alle sue scelte ecologiche: il packaging del suo disco è 100% plastic free, così come l’intera campagna pubblicitaria. Per il prossimo tour, l’artista, ha scelto di usare per sé e per tutto lo staff solo borracce e bottiglie di vetro e materiali monouso biodegradabili. Insomma, il suo messaggio è ben chiaro. Bravo Marco! 

Ma adesso che sia la buona musica a parlare. Buon Festival a tutti Con un occhio di riguardo alle canzoni “verdi”!

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