Guida al risparmio in bolletta

Guida al risparmio in bolletta

Dopo mesi ininterrotti di caldo, a tratti anomalo, dicembre è inevitabilmente arrivato, con tutti i suoi vantaggi e svantaggi. Certo, c’è il Natale e tutte le festività che tanto amiamo, la neve che fa capolino sulle vette delle montagne, i cenoni esagerati con amici, parenti e colleghi, ma arriva anche il freddo, che se non gestito al meglio può causare numerose problematiche. Alla salute e al portafoglio. E questo non ci piace. Dunque è necessario assumere un comportamento corretto, facendo attenzione a poche ma fondamentali regole. Diamo loro un’occhiata insieme. Prima di cominciare è importante verificare che l’impianto di riscaldamento funzioni al meglio, facendo fare la dovuta manutenzione alla caldaia. L’importanza di avere un sistema aggiornato e in buone condizioni, che non consumi quantità ingenti di energia, è alla base di una buona riuscita.

1) Mantenere una temperatura costante

Scegliete una temperatura uniforme per tutte le stanze. Questo farà sì che il calore si distribuisca adeguatamente nella casa, evitando dispersioni e ottimizzando i consumi, con una temperatura consigliata dagli esperti tra i 18 e i 20 gradi.

2) Evitare la dispersione di calore verso l’esterno

La dispersione del calore è uno dei principali fattori che fa aumentare l’importo delle bollette. Non importa quanto siano nuovi gli infissi di casa, bisogna migliorare le proprie abitudini quotidiane: prima fra tutte il cambio d’aria. Bastano 10 minuti al giorno, niente di più, per un ricambio soddisfacente dell’aria nell’ambiente domestico. Esistono anche degli oggetti e apparecchiature a supporto delle nostre buone istruzioni: si va dai più semplici serpentoni paraspifferi fino ai panelli riflettenti che, installati tra calorifero e parete, riducono efficacemente la dispersione del calore.

3) Non vestirsi come fosse estate

Anche se si è nella propria casa, non è sensato indossare abiti fuori stagione. È giusto tenere il termostato sulla temperatura consigliata e indossare capi caldi, il risultato sarà comunque confortevole.

4) Non appoggiare panni o vestiti sul termosifone

Per quanto possa far comodo asciugare i vestiti sui radiatori, queste pratiche ostacolano la diffusione del calore e sono fonte di sprechi.

5) Non schermare i caloriferi con tende o mobili

Come nel caso dei panni, coprire i termosifoni con tende, rivestimenti o mobili, frena la libera circolazione dell’aria calda. Evitando questo comportamento si otterrà un risparmio circa del 10% sulla bolletta.

Ricorda che ogni grado in meno sul termostato equivale a una riduzione di circa il 6% sulle spese di riscaldamento. Un accorgimento che risulta essere positivo anche per la salute: un’aria meno calda è più salubre ed evitare gli sbalzi di temperatura espone in misura minore ai malanni di stagione.

Ma non abbiamo ancora risposto alla domanda più annosa, quella che ci poniamo tutti quando sopraggiungono i primi freddi: Tenere il riscaldamento sempre acceso conviene? Accendere il riscaldamento solo qualche ora al giorno o cercare di mantenere la temperatura costante in casa? Cosa mi fa risparmiare di più?

Usando il riscaldamento ad intermittenza, possiamo vedere facilmente come il funzionamento di quest’ultimo comporti una serie di problemi e relativi costi:

1) Maggiore manutenzione della caldaia. Sollecitare il funzionamento della caldaia alla massima potenza le causa un notevole stress meccanico, che sottopone le sue componenti ad una maggiore usura e dunque ad un maggiore rischio di guasti.

2) Elevato consumo di gas. Dato che l’ambiente da riscaldare è freddo da molte ore, l’impianto di riscaldamento deve contrastare l’inerzia dell’ambiente, che da freddo tende a raffreddarsi ulteriormente. Ciò provoca una dispersione termica elevata e di conseguenza un elevato consumo di gas.

3) Scarso comfort termico. Una volta acceso il riscaldamento dopo lo spegnimento prolungato, data l’intensa attività della caldaia, i termosifoni raggiungeranno temperature elevate, tanto da scottare. Nonostante ciò, percepiremo una sgradevole sensazione di freddo nell’ambiente, dovuta al fatto che le pareti sono ancora fredde e, attraverso un effetto radiante, trasmettono il freddo nell’ambiente. Inoltre, quando finalmente la temperatura in casa sarà diventata accettabile, sarà passato molto tempo, anche 2 o 3 ore.

Il funzionamento continuato del riscaldamento, invece, comporta una minore differenza termica rispetto ad un uso del riscaldamento intermittente. Infatti, lasciando acceso il riscaldamento, seppure al minimo, la temperatura non scenderà mai sotto un certo valore, garantendo una temperatura di partenza più alta. Questo offre una serie di vantaggi:

1) Buon funzionamento della caldaia. Il funzionamento continuo dei termosifoni, seppure al minimo, garantisce una funzionalità meno gravosa e più fluida della caldaia. Con uno sforzo minimo, sarà possibile mantenere una temperatura adeguata e costante in tutte le stanze della casa, senza sollecitare eccessivamente i suoi circuiti interni, che quindi si logoreranno meno e dureranno più a lungo.

2) Maggiore comfort domestico. Tenendo il riscaldamento acceso, la caldaia lavora meno intensamente: i termosifoni rimarranno tiepidi, evitando fastidiosi sbalzi di temperatura. Inoltre, ci donerà un piacere impagabile tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro e trovare ad accoglierci una casa calda e confortevole.

3) Minori consumi. Se si mantiene acceso il riscaldamento, una volta tornati a casa, basterà alzare il termostato per ottenere un maggiore calore in tempo inferiore: la differenza termica tra la temperatura di partenza e quella impostata sarà, infatti, minore. Dunque, la caldaia dovrà lavorare per meno tempo e con una potenza inferiore per ottenere lo stesso risultato, riducendo così i costi. Chiaramente, anche tenere sempre acceso il riscaldamento comporta dei costi: mantenere una temperatura domestica costante, soprattutto nelle stagioni fredde o di notte, ha chiaramente un impatto non trascurabile sui consumi.

Ecco, speriamo che grazie a questo piccolo vademecum virtuale possiate avere le idee più chiare riguardo ad un tema annoso e complesso, ancor di più in questi ultimi anni.

Chi si trucca è perduto?

Chi si trucca è perduto?

Ormai non ci sono dubbi: i consumatori fanno più attenzione a ciò che mangiano e a ciò che si mettono sulla faccia. Ma c’è di più: le abitudini di acquisto sono cambiate e ora gli utenti vanno in cerca non semplicemente del prodotto o del packaging green ma di entrambe le soluzioni, insieme!

Ma perché? E’ una vera presa di coscienza sulla sostenibilità ambientale oppure siamo di fronte all’ennesimo fenomeno di massa? Proviamo oggi a concentrarci sul make up green, che ormai rappresenta circa il 15% del settore cosmetico.

La natura ci offre tantissime possibilità per ottenere dei prodotti “totalmente verdi” efficaci e performanti, come i pigmenti minerali, cosi come l’utilizzo di oli e burri naturali, finanche alle polveri e ai minerali naturali, come argille, amidi e farine. Insomma, le possibilità sono davvero molteplici e performanti per un make
up alternativo. Ciò che gli esperti consigliano è eliminare le materie prime più impattanti sull’ambiente: siliconi, derivati del petrolio e coloranti sintetici.

Il dubbio del consumatore è del tutto lecito: va bene il trucco, ma per struccarsi? La risposta degli esperti non ha tardato ad arrivare: basta utilizzare dischetti di cotone detergibili, che si possono lavare in lavatrice per una pulizia più profonda. Invece per un sorriso a trentadue denti “verde”? Si può utilizzare dentifricio in polvere oppure direttamente le pastiglie da masticare, comode anche per chi viaggia spesso e da tenere sempre in borsa.


I consumatori sono però insaziabili, la richiesta è anche quella di avere cosmetici confezionati in un packaging che sia il più possibile riciclato e/o riciclabile, oppure cosmetici proposti in soluzioni refill, quindi riutilizzabili. Detto fatto: fra gli esempi di “bella sostenibilità” si può citare il primo mascara al mondo con vuoto a rendere. L’applicatore si compra solo la prima volta, le successive basta ricaricare il contenuto a confezioni in vetro. Ogni ricarica acquistata permette di risparmiare circa 3,12 tonnellate di imballaggi multi materiale e 18 tonnellate di vetro.

Per concludere è importante ricordare che tantissimi brand hanno scelto di percorrere la strada del “cruelty free”, cioè di vendere esclusivamente prodotti non testati sugli animali. Soluzione, anche questa, molto apprezzata dai consumatori più attenti. Anche se l’interesse e la diffusione aumentano, ancora manca una regolamentazione ufficiale univoca che definisca con esattezza i cosmetici “naturali”, via via indicati come bio, green, vegani.


Per verificare che un cosmetico sia davvero verde, e non cadere nella rete del greenwashing, l’ecologismo di facciata, occorre controllare che non siano presenti sostanze che hanno subito un processo chimico indicate con termini in inglese, a differenza di quelli di derivazione vegetale che hanno invece nomi latini.

Se il Take Away è bio la vendita è assicurata

Se il Take Away è bio la vendita è assicurata

Il Take Away e il Food Delivery sono in ascesa inarrestabile, ma la gara tra i ristoratori si accende sul tavolo della sostenibilità.

Negli ultimi anni il settore della spesa e del cibo da asporto e/o a domicilio , anche e soprattutto grazie alla pandemia, ha registrato un incremento del 40%, fatturando oltre 4 miliardi di euro.

Ben più di 10 milioni gli italiani stanno scegliendo di ordinare online , frutto di un evidente minore afflusso dei consumatori nei ristoranti. Se analizziamo nel dettaglio il 2022 scopriamo che: gli uomini (55%) ordinano di più rispetto alle donne (44%), i millennials (60%) rappresentano la generazione che più ama il food delivery. Nelle professioni, al 39% ci sono gli impiegati, seguiti dagli studenti al 33%, e dai liberi professionisti al 14%.

Ma quali sono i cibi più scelti nel take away? I grandi classici, come pizza, hamburger, cucina cinese, sushi, ma anche vegan, cucina indiana e messicana.

Fidelizzare i clienti sta diventando sempre più difficile, soprattutto online, visto che in Italia la concorrenza nella ristorazione è molto alta. Come ci si può quindi differenziare dalla concorrenza?

E’ qui che entrano nei palloni i contenitori per il take away , e quelli sostenibili fanno la differenza! Oltre ad avere un impatto positivo sull’ambiente, la sostenibilità è il vero valore aggiunto per il consumatore, perché sembra che faccia vendere di più.

Secondo recenti studi, l’87% dei consumatori italiani dà importanza alla sostenibilità nelle scelte quotidiane. Inoltre, i dati riportano che ben il 66% dei consumatori è disposto a pagare di più per un brand “responsabile”.

Dunque, scegliere packaging biodegradabile e compostabile per il take away e il food delivery permette alle attività di ottenere un notevole vantaggio rispetto alla concorrenza, agendo realmente per rendere il mondo un posto più pulito.

E se volessi passare a IGL?

E se volessi passare a IGL?

Se si vogliono conoscere le intenzioni di un’azienda la prima cosa che ci viene automatico fare è digitare il suo nome su un motore di ricerca qualsiasi ed entrare nel sito ufficiale. E fino a qui non ci piove! Se cerchi Italia Gas e Luce cosa trovi?

Immediatamente 3 parole: “Semplice, verde. Conviene” 

Partiamo da qui.

– Sempliceaggettivo

1. non complicato, facile, elementare.

2. naturale.

3. che è soltanto ciò che viene detto e null’altro.

Dunque, parola apparentemente banale, ma sacrosanta. Ciò che appare banale non è altro che una verità consolidata. Tutto con noi è semplice: lasciare la compagnia precedente e diventare nostri clienti, per esempio, oppure districarsi nella comprensione della bolletta, notoriamente ostica anche per le menti più
capaci e illuminate. Risolvere i problemi, anche quelli apparentemente insormontabili, grazie ad un servizio clienti preparato e celere.

– Verdeaggettivo

1. qualifica ciò che ha il colore dell’erba e delle foglie fresche

2. ecologico, non inquinante.

3. giovanile

4. può voler dire verdeggiante, ricco di vegetazione.

Verde è il colore dell’energia che forniamo, l’unica possibile per noi. Verde è il colore della speranza che nutriamo, ogni giorno, di riuscire a vedere la nostra penisola illuminata e riscaldata soltanto da energia
sostenibile. Verde è la sola possibilità di stare al passo coi tempi; soltanto un pazzo non comprende che può esistere un futuro solo se verde.

– ConvieneDal verbo convenire

1. Essere
appropriato

2. Adattarsi, corrispondere, o
addirsi, confarsi

3. Essere opportuno,
necessario.

Non abbiamo mai nascosto, a differenza di altri, che il totale di una bolletta è composto quasi esclusivamente da tasse, accise e iva. Su ciò che rimane si gioca il futuro di una compagnia energetica. E a noi piace giocare seriamente. Ogni mese proponiamo offerte pensate e mirate a seconda del periodo dell’anno in cui siamo, sia per utenze domestiche che aziendali. Restituiamo, da contratto, ogni 12 mesi, il 25% sul consumo medio mensile della materia energia. Tutto questo partendo da un dato incontrovertibile: la nostra tariffa è la più bassa comparata ai maggiori fornitori in Italia.
“E se ho già Igl?”E’ evidente che tu sia un buongustaio, ma soprattutto una persona col sale in zucca.
Sono davvero troppi i vantaggi che avrai diventando cliente Igl per non rendersene conto. Una domanda sorge spontanea: Come mai tutti gli altri non sono già con noi? Mistero incomprensibile. Intanto godiamoci il
momento, e restiamo accesi, sia voi che noi ovviamente, perché insieme potremo fare solo grandi cose.

L’elettrificazione
è elettrizzante!

L’elettrificazione
è elettrizzante!

Il riscaldamento globale, l’inquinamento ambientale e il conseguente cambiamento climatico sono problemi che assillano la società moderna, ed è ormai evidente quanto siano necessari cambiamenti nel nostro stile di vita, nei diversi settori.

Tra le soluzioni più performanti spicca l’elettrificazione dei consumi, uno strumento fondamentale per avviare e completare la transizione energetica, dando forma a un ideale di sviluppo sostenibile.
L’elettrificazione non è altro che l’utilizzo di energia elettrica per rifornire servizi che altrimenti sarebbero appagati da altre fonti energetiche, come i combustibili fossili. La maggiore efficienza dell’alimentazione elettrica la rende una soluzione più conveniente rispetto all’utilizzo di questi ultimi. Inoltre, questa maggiore efficienza comporta una riduzione degli sprechi, a parità di prestazioni. Di conseguenza, l’elettrificazione, insieme ad abitudini di consumo più responsabili, rappresenta una soluzione efficiente, sostenibile e conveniente.

Ma vediamo come l’elettrificazione possa realmente cambiare il nostro stile di vita. Per quanto riguarda l’utilizzo dell’energia elettrica all’interno degli edifici, si stima che la domanda finale raggiungerà almeno il 40% nel 2030 fino a superare il 70% entro il 2050, anche grazie all’utilizzo di pompe di calore in sostituzione delle tradizionali caldaie a gas per il riscaldamento e molti altri interventi, come elettrodomestici integrati, pannelli solari da appartamento, lampadine a LED, rendendo le abitazioni più efficienti, sicure e confortevoli.

Le abitazioni private, dunque, hanno il potenziale per diventare il settore più elettrificato in Italia, toccando una percentuale del 53% (significativa, considerato che al momento è un 15%). Sul fronte dei trasporti, invece, l’elettrificazione prevede la sostituzione progressiva delle automobili alimentate con combustibili fossili (benzina e gasolio) con vetture elettriche e ibride.

L’elettricità rappresenta dunque una straordinaria opportunità al fine di sostenere e consolidare                        la transizione verso fonti di energia pulita e verso la decarbonizzazione, così da poter raggiungere la    “carbon neutrality” entro il 2050.

Consumare meno permette davvero di risparmiare?

Consumare meno permette davvero di risparmiare?

Il tema del risparmio ambientale legato a quello economico a seguito dei rincari in bolletta a cui tutti siamo stati sottoposti dall’inizio del 2022 è tra gli argomenti più caldi del momento.

La domanda sorge spontanea: consumare meno permette davvero di risparmiare?

Il costo di un metro cubo di gas tocca cifre record, e come conseguenza riceviamo bollette improponibili. Questo è accaduto anche a chi ha prestato maggior attenzione ai consumi energetici.
Nelle bollette ci sono costi fissi che non dipendono dal nostro consumo ma che sono stabiliti da enti di vigilanza internazionali. Il consumo più attento delle risorse può effettivamente agire in modo positivo sull’ambiente e sulle nostre risorse. In primo luogo un minor consumo di gas produce meno inquinamento sull’atmosfera, e di conseguenza permette al consumatore di dare un taglio ai costi della bolletta e, quindi, di vivere in modo più sostenibile sia dal punto di vista ambientale che finanziario. Questo però è vero per le case in cui vi siano le condizioni essenziali per sprecare meno risorse energetiche. Ci riferiamo alle case in cui infissi, serramenti e impianti permettano di controllare meglio il confort abitativo limitando l’uso di luce e gas. È vero che il contributo di una sola famiglia, sommato a quello di milioni di nuclei familiari in tutto il mondo, può fare la differenza, ma è vero anche che tale responsabilità riguardi soprattutto aziende, industrie e imprese, chiamate ad intervenire per preservare il Pianeta. Esse devono necessariamente individuare migliori misure di tutela e di utilizzo delle risorse.

In conclusione, il nostro dovere è quello di continuare a vivere in modo rispettoso e sostenibile ma è anche quello di pretendere da aziende e Governi la stessa attenzione nell’uso delle risorse, affinché siano consumate in modo sostenibile e possano tornare ad avere prezzi più accessibili per tutti.

 

Energia eolica, tutto ciò che devi sapere

Energia eolica, tutto ciò che devi sapere

L’energia eolica, come dice lo stesso nome, si ottiene per mezzo del vento, con una massa d’aria in movimento. Nell’ultimo periodo ha ottenuto particolare spazio e attenzione nel settore energetico poiché permette di ottenere energia elettrica. Pur avendo ottenuto grande attenzione negli ultimi anni, non ci troviamo di fronte a una novità del settore, poiché viene usata da migliaia di anni. Per la prima volta venne sfruttata per mezzo di mulini a vento, che sono un po’ la versione obsoleta delle moderne turbine eoliche. Risalgono al 2000 a.C., anche se diversi secoli prima, i galeoni la sfruttavano per navigare nei mari usando solo l’energia del vento.

Dai mulini si è poi passati a oggi, con la grande innovazione tecnologica che ha permesso di installare su tutto il pianeta più di 500 GW. In questo modo l’energia eolica è divenuta una delle principali fonti di energia rinnovabili. Cresce velocemente ed è usata perché rappresenta un modo economico per ottenere energia elettrica.

Storia dell’energia eolica: ieri e oggi
A creare un momento fondamentale nella storia dell’energia eolica, è stato l’anno 1887, quando vennero avviate delle sperimentazioni su diversi modelli di turbina. A farlo fu James Blyth che lavorò alla costruzione della prima turbina, il cui brevetto si arrivò nel 1891. La più alta turbina invece è Burbo Bank, nel mare di Liverpool. Qui sorge un vero parco eolico che presenta la più grande turbina del mondo: è alta 195 metri, ha pale lunghe come sette pullman e ha una rotazione capace di coprire fino a 4 campi da calcio. La più piccola turbina presente a oggi sul mercato è quella domestica, che arriva a un’altezza di un metro e pesa poco meno di 30 kg.

In base alle stime fatte e ai continui miglioramenti, un impianto eolico può essere una risorsa sostenibile completa. Non solo si usa il vento come una fonte di energia rinnovabile, ma al tempo stesso l’eolico non necessita di alcun utilizzo d’acqua per funzionare. Proprio tale punto è diventato nel tempo il vero beneficio primario di questa energia. Non a caso entro il 2030 si conta che l’energia eolica possa farci risparmiare ben 30 trilioni di bottiglie d’acqua, nello specifico negli USA.

L’energia eolica, come dice lo stesso nome, si ottiene per mezzo del vento, con una massa d’aria in movimento. Nell’ultimo periodo ha ottenuto particolare spazio e attenzione nel settore energetico poiché permette di ottenere energia elettrica. Pur avendo ottenuto grande attenzione negli ultimi anni, non ci troviamo di fronte a una novità del settore, poiché viene usata da migliaia di anni. Per la prima volta venne sfruttata per mezzo di mulini a vento, che sono un po’ la versione obsoleta delle moderne turbine eoliche. Risalgono al 2000 a.C., anche se diversi secoli prima, i galeoni la sfruttavano per navigare nei mari usando solo l’energia del vento.

Dai mulini si è poi passati a oggi, con la grande innovazione tecnologica che ha permesso di installare su tutto il pianeta più di 500 GW. In questo modo l’energia eolica è divenuta una delle principali fonti di energia rinnovabili. Cresce velocemente ed è usata perché rappresenta un modo economico per ottenere energia elettrica.

La situazione eolica in Europa e Italia
La situazione europea è molto chiara all’interno dell’Europa: qui l’Italia occupa il quinto posto per capacità. Non a caso il nostro territorio si prepara ad accogliere più di 100 parchi eolici, fino a toccare quota 2,5 GW. Se ci spingiamo oltre i confini nazionali, scopriamo che la Danimarca, è detta il “paese del vento”, e non a caso compare come il primo produttore di energia eolica del Vecchio continente. Fino a 2-3 anni fa, tale fonte di energia rinnovabile ha realizzato numeri da record, coprendo il 43% del suo fabbisogno complessivo. E se la Danimarca è la culla del vento, in Italia gli occhi sono puntati sulla Puglia, prima regione d’Italia se consideriamo il numero degli impianti eolici.

 

Fino a quanto si può essere Green nel 2022?

Fino a quanto si può essere Green nel 2022?

Bella questione! Ci sono molti modi per rispondere a questa domanda.

Con risposte “alla moda” (figlie dell’indifferenza), oppure rimanendo “piantati” nelle proprie convinzioni tradizionali (come un Baobab africano), se non addirittura inscenare futuri catastrofici e ineluttabili (come un Blade Runner qualunque). Resta il fatto che il tema è decisamente “caldo” e quotidiano, come le temperature che continuano la loro ascesa verso climi da deserto. Abbiamo assistito ad un Maggio italiano talmente “hot” da non crederci, camminavamo con la bocca aperta, un po’ per il caldo un po’ per lo stupore: 37 gradi percepiti a metà mese sono davvero incomprensibili. E ovviamente per strada circolavano individui confusi, chi con indosso ancora il piumino a mezze maniche, chi coi pantaloni corti e le infradito aspettando un Godot meteorologico che non arriverà mai. Nelle conversazioni da bar, poi, il tema più in auge rimane sempre quello: il Tempo. “Ma oggi pioverà o non pioverà. Farà freddo o farà caldo?” Il clima, dunque, è il primo grande dilemma.

I paladini del “Green for Life” puntano il dito contro tutto e tutti: ogni comportamento della massa è sbagliato o perlomeno falloso, la raccolta differenziata viene fatta male o non fatta neppure, troppe macchine e poche biciclette, l’allevamento intensivo è la causa principale dell’inquinamento, e così via. Dall’altra parte, di tutto punto, rispondono i Fautori del “Tanto non cambierà mai niente” semplicemente minimizzando sul tema, negando ogni possibile modifica al loro stile di vita al grido di: “E’ sempre stato così e siamo ancora vivi” oppure “Se lo facevano i nostri nonni e i nostri genitori chi siamo noi per cambiare le cose”?.

Dunque qual è la soluzione? Chi ci salverà? E chi può dirlo!

La via più saggia è sempre quella che sta nel mezzo, diceva qualcuno, ma potrebbe essere tacciata di qualunquismo. Certo è che, se da una parte un aereo di linea inquina come 600 auto, dall’altra un impianto di termovalorizzazione per la combustione dei rifiuti produce energia elettrica pari a 140 milioni di Kwh, il consumo annuale di circa 55.000 famiglie.

Pro e contro continui, schieramenti definitivi, decisioni quasi impossibili da prendere.

Forse lo spiraglio di luce che si vede alla fine del tunnel può essere il Possibile. In che senso? Fare il possibile nell’informarsi, nell’impegnarsi, fare il possibile per confrontarsi e per migliorarsi. Non chiudersi nelle proprie convinzioni, ma neppure prendere per buono ogni articolo catastrofista sul sito ultra-catastrofista, insomma: dare una possibilità al Green e a se stesso.

Noi, nel nostro piccolo, facciamo il possibile ogni giorno, garantendoti soltanto energia proveniente da fonti non fossili.


Italia Gas e Luce, la tua possibilità.

 

5 curiosità …delle quali non ti saresti mai preoccupato.

5 curiosità …delle quali non ti saresti mai preoccupato

1 “SIGNORA, L’ECOGRAFIA PARLA CHIARO: LE SONO RIMASTE LE MICROPLASTICHE SULLO STOMACO” Dal confronto di tutti i dati raccolti da alcuni ricercatori su oltre 50 differenti studi effettuati sul tema delle microplastiche, è emerso che ne ingeriamo mediamente almeno 2000 frammenti a settimana, che sono 21 grammi al mese, ovvero circa 250 grammi all’anno!

2 “STO MORENDO DI SETE!” Una famiglia di 4 persone beve oltre 1300 litri d’acqua in bottiglia all’anno. Per la consegna di tutti questi litri d’acqua sulle nostre tavole vengono emessi nell’ambiente 268 kq di CO2. Senza contare la quantità rilasciata dal loro trasporto, in questo caso i numeri diventano impressionanti: per ogni litro di benzina consumato il rilascio di CO2 è di circa 2,4 kg, nel caso del Gpl è di circa 1,6 kq. Se tutta l’Italia bevesse acqua del rubinetto eviteremmo l’immissione di 4 milioni di tonnellate di CO2 nell’atmosfera. Farete bene a ricordarvelo quando al supermercato vi troverete di fronte a quell’invitante confezione da 6 bottiglie di acqua in plastica…

3 “MI SCUSI, POTREI AVERE 7 BUSTE DI PLASTICA?” Lo sapevate la durata media di utilizzo di un sacchetto di plastica è di 12 minuti? Ma può rimanere nell’ambiente anche 20 anni prima della sua decomposizione completa! Mettetevi una sveglietta sul cellulare per ricordarvelo la prossima volta che andrete a fare la spesa… forse è meglio se portate con voi quella borsa riutilizzabile che non usate mai!

4 “QUALCUNO HA VISTO LA MIA BORRACCIA?” Ogni volta che utilizzi la tua borraccia anziché acquistare una bottiglia d’acqua in plastica usa-e-getta eviti il rilascio di 0,27 kg di CO2 per litro nell’atmosfera, lo sapevi? Pensaci ogni volta che esci di casa con questo caldo!

5 “MA CHE COS’E’ ESATTAMENTE QUESTO RIDUTTORE DI FLUSSO?” Il riduttore di flusso, applicato a rubinetti e lavandini, dimezza la quantità di acqua fuoriuscita, senza modificarne il getto. Tutto ciò è possibile grazie a un dispositivo a spirale (contenuto all’interno del riduttore di flusso) che imprime all’acqua un movimento circolare, aumentandone la velocità. L’acqua aumenta di volume tramite un sistema di retine e piccoli fori. Il risparmio d’acqua è notevole: circa il 40% del consumo nelle docce e il 20% per i rubinetti. Con uno sforzo minimo avrete notevoli risultati, ad un costo contenuto.

Che sagoma questo impianto!

Che sagoma questo impianto!

Gli impianti per le energie rinnovabili presto saranno l’unica opzione possibile se vorremo mantenere uno standard di vita simile, o migliorarlo, e continuare ad avere un Pianeta dove si possa respirare.

Queste installazioni dovranno necessariamente, man mano, sostituire le attuali centrali ad idrocarburi.

In Italia, com’era sospettabile, siamo piuttosto in ritardo, mentre nel resto del mondo si stanno muovendo in questa direzione già da un pezzo.

Volete qualche esempio?

Il Walney Extension, nel Regno Unito, è il parco eolico offshore più grande al mondo, capace di emettere una potenza di 659 MW, cioè il megawatt elettrico. Riesce ad alimentare fino a 600.000 abitazioni.

La Longyangxia Hydro-solar PV Station, nella provincia di Qinghai, in Cina, è l’impianto fotovoltaico più grande al mondo con i suoi 320 Mwp (cioè il “megawatt di picco”, ovvero la potenza nominale di un impianto fotovoltaico sotto determinate condizioni ambientali).

I due impianti americani, California Valley Solar Ranch di San Luis Obispo (California) e Agua Caliente Solar Project (Arizona) sono, con 250 MW, al secondo posto della classifica mondiale, subito dopo la Cina.

In Italia l’impianto fotovoltaico di Montalto di Castro (VT), con 84,2 Mwp è al 1° posto ma solo al 26° posto nella classifica mondiale. Destano curiosità due impianti:  Il fotovoltaico di Disney in Florida, da 5MW e formato da 48.000 pannelli, ha la forma di MickeyMouse, e quello della Nuova Caledonia (Oceano Pacifico), invece, a forma di cuore; il Panda Green Energy Group Limited è uno dei parchi solari più grandi del mondo, ha le sembianze di un tenerissimo panda.

Le parti nere dell’animale, ovvero le orecchie e le braccia, sono composte da celle solari in silicio monocristallino, mentre la pancia grigia e bianca e il viso sono composti da celle solari a film sottile.

Termini e Condizioni