Chi pulisce a primavera?

Chi pulisce a primavera?

Giardini in fiore, sole, giornate che si allungano… sono tutti indizi della primavera ormai alle porte. Una stagione che però è anche sinonimo delle famose pulizie di primavera.  

Dì la verità, ti sono già venuti i brividi? Niente paura, si sa che pulire non è un lavoro divertente ma se ben organizzato può essere un’ottima occasione per spolverare in quelle parti più recondite della nostra casa, fare un ricambio d’aria negli ambienti e fare ordine tra le tante cose accumulate in inverno.  

E magari per dare una svolta green anche alle nostre pulizie, così che a beneficiarne non sia solo la nostra casa ma anche l’ambiente? Ecco alcuni semplici consigli e trucchi che possono esserci utili per diminuire il nostro impatto ambientale, abbandonando alcune vecchie abitudini.  

Partiamo dalle basi. Innanzitutto, non possono mancare gli stracci nel nostro kit per affrontare le pulizie di primavera. Recuperiamo allora vecchie tovaglie e lenzuola ormai inutilizzate e, dopo averle ridotte in pezzi di stoffa di dimensioni più piccole, la faranno da padrone per la pulizia di mobili e vetri. Anche i maglioni di lana usati possono avere una seconda vita: con le loro proprietà elettrostatiche, sono possibili alleati nella raccolta di polvere e pelucchi.

Vuoi semplici soluzioni fatte-in-casa, ecologiche per lucidare i tuoi mobili ma non sai come fare? È più semplice di quanto tu possa pensare. Basta avere a disposizione due ingredienti fondamentali: bicarbonato e aceto. Il bicarbonato pulisce qualsiasi superficie lavabile, ma anche i tappeti e i materassi in quanto combatte gli acari della polvere ed elimina gli odori. L’aceto è, invece, efficacie contro il calcare e nella pulizia dei vetri. Tra i mille modi in cui potranno essere utilizzate queste soluzioni eco-friendly c’è anche la pulizia dei nostri elettrodomestici. È importante, infatti, prendersi cura costantemente di tutte le nostre apparecchiature così da allungarne la vita e migliorare le prestazioni energetiche, diminuendo i consumi e l’impatto sull’ambiente.  

Prima di iniziare è necessario un ultimo importante passaggio: fare ordine tra gli oggetti che abbiamo accumulato nelle nostre case negli anni. Hai sentito parlare di decluttering? Una vera e propria filosofia di vita: eliminare tutto ciò che è superfluo e che non utilizziamo da tempo, così da alleggerire le nostre giornate riducendo le cose che ci circondano all’essenziale. Ricordiamoci che la soluzione per disfarci di questi oggetti non è mai gettarli nell’indifferenziato. Infatti, anche se li consideriamo ormai inutili, possono essere rivenduti o regalati ad altre persone o. al limite, possiamo gettarli, rispettando però le regole della corretta raccolta differenziata.  

È utile, quindi, armarsi di uno scatolone, in cui riporre le cose che vogliamo donare e vendere, e di sacchi della spazzatura per le differenti tipologie di rifiuto, tenendo in mente che per alcuni rifiuti, soprattutto se ingombranti, sarà necessario recarsi all’isola ecologica del proprio comune o prenotare l’apposito servizio di ritiro. Lasciarli sul marciapiede o di fianco al cassonetto è da barbari!

Per noi di Italia gas e luce l’arrivo della primavera vuol dire nuova energia pulita, nuovi stimoli a far sempre meglio. Per “ripulire” i nostri progetti dalle energie negative che si sono sedimentate durante l’inverno. Siamo certi che lavorando insieme vivremo i prossimi mesi alla grande!

La natura delle Donne fa eco

La natura delle Donne fa eco

Il termine Ecofemminismo è stato coniato nel 1974 da Françoise d’Eaubonne, per esprimere la necessità di vedere strettamente collegate la lotta per i diritti delle donne e quella per la salvaguardia dell’ambiente. Dopo ormai 40 anni, con i tempi  e le necessità in continua evoluzione, è nata una nuova generazione di “eco-guerriere“. L’intenzione è quella di azzerare il gender gap, cancellare i pregiudizi verso le donne e combattere per la tutela ambientale e la protezione di natura, ecosistemi e animali. Due battaglie che a un primo sguardo potrebbero avere poco altro in comune oltre al desiderio di cambiare lo status quo, ma che in realtà sono intrinsecamente legate. La considerazione di base è che la condizione delle donne e quella ambientale siano strettamente legate e che non sia possibile risolvere i problemi dell’una senza affrontare anche l’altra.

In Francia a portare alta la bandiera dell’ecofemminismo è Solène Ducrétot, giornalista e attivista eco-femminista che da anni sottolinea l’importanza di concepire la società nel modo più inclusivo e ugualitario possibile, comprendendo dunque non solo donne e uomini ma anche la natura e tutti gli altri esseri viventi. «Oggi persistono molte disuguaglianze di genere, tra cui il lavoro non retribuito delle donne, lo sfruttamento dei loro corpi o la violenza contro di loro. – spiega a Madame Figaro – L’ecofemminismo è un modo di pensare radicale e universale che mira a ripensare la nostra società nel suo complesso. Proteggere la natura dovrebbe essere un valore condiviso da tutti, non un attributo femminile. Ed è proprio perché ci siamo disconnessi da quelli che vengono identificati solo come valori femminili, come l’empatia, la gentilezza, la cura, che ci troviamo di fronte a tutte le crisi attuali. I diritti delle donne sono i primi a venire minacciati quando c’è una crisi». 

E non è un caso che siano di una donna – giovanissima – il volto e la voce della prima persona che ha reso le crisi climatica un argomento attuale, attirando anche l’attenzione dei più giovani e portando a un dibattito mondiale: Greta Thunberg, la giovane eco-guerriera che ha lanciato Fridays for Future e spinto un’intera generazione a scendere in strada per combattere per il pianeta in cui vive.

In Italia una delle più forti esponenti dell’ecofemminismo è Laura Cima, già deputata, Presidente del primo Gruppo Parlamentare Verde a maggioranza femminile. Cima dal suo blog dà voce al movimento eco-femminista italiano invitando ad abbracciare una visione più inclusiva delle disuguaglianze sociali.

«Per le ecofemministe il primo linguaggio da considerare, in armonia con la natura in cui siamo immerse, è quello del corpo, delle emozioni e dell’empatia, dell’amore e della non violenza nelle relazioni con tutti i viventi, della nostra e delle altre specie animali e vegetali – spiega Cima sul suo blog – Per questo le astrazioni generiche non ci piacciono perché coprono una legittimazione del modello contro cui lottiamo da sempre».

Chi sostiene con forza la necessità di adottare uno stile di vita “sostenibile, etico e consapevole con un approccio sistemico” è Alice Pomiato, attivista nota sui social come @aliceful: quasi 44mila follower su Instagram. «Scegliere di mettere nella borsa della spesa cereali, legumi, frutta, verdura, oli, semi, erbe e lasciare carni, pesci, uova e latticini, è una scelta personale, collettiva, politica – scriveva qualche tempo fa. Una scelta personale è decidere se studiare fisioterapia anziché filosofia, se andare al lavoro a piedi o in bici, se mettere le scarpe chiuse o inaugurare i sandali. Continuare a consumare, promuovere e difendere un sistema che sfrutta terra, animali, persone e li trasforma in prodotti impattanti da vendere ovunque e il più possibile, significa andare volutamente dalla parte opposta del progresso. Perché continuare a chiamarla ‘scelta personale’ se la situazione ambientale è oggettiva e riguarda tutti, e non solo la singola persona?». 

Della stessa generazione di “influencer green” fa parte anche Cristina Coto, che dopo avere lavorato per diversi anni nel campo della moda ha deciso di cambiare vita e dedicarla alla promozione di valori come la sostenibilità, l’inclusività e la lotta per i diritti delle donne: «Il benessere delle donne riguarda chiunque, e l’emergenza climatica ne è fortemente connessa –spiega la Coto – Questa non è una questione femminista, non solo, lo dicono gli scienziati: l’emancipazione e l’educazione femminile è tra i 6 piani più efficienti per contrastare i cambiamenti climatici. Le donne libere e scolarizzate sanno gestire meglio l’economia domestica, le gravidanze, evitando quelle indesiderate, e hanno molte più probabilità di contribuire allo sviluppo economico e sociale».

Per noi di IGL, dare voce a queste Donne che hanno deciso di dedicare la vita alla difesa dei loro diritti e di quelli dell’ambiente è il modo migliore per festeggiare la Festa dell’8 marzo. Perché, è giusto sognare, ma solo se poi si prova a realizzarli quei sogni, lottando giorno dopo giorno.

Il mondo che piace a noi è quello dove si prova a cambiare le cose.

Buon 8 marzo a tutte le Donne da Italia Gas e Luce.

Non comprare vestiti per un anno è possibile?

Non comprare vestiti per un anno è possibile?

Nella giungla della rete è facile perdersi e non trovare più la via del ritorno. Offerte imperdibili, proposte allettanti, mondi paralleli luccicanti e ingannevoli. Non si sa più a chi credere, e il malumore e la reticenza serpeggiano a tal punto che si arriva a pensare che tutto sia un grande bluff. Poi piano piano, standoci su, navigando quotidianamente, si affinano gli strumenti per “discernere il bene dal male”. Insomma, ci facciamo furbi, per dirla semplice. E va a finire che qualcosa di buono in questo mare di melma si riesce pure a trovare.

Il mondo delle Challenge lo abbiamo conosciuto una decina di anni fa, con la prima, indimenticabile sfida: il secchio di acqua ghiacciata rovesciato in testa per beneficienza, una sfida a prova di infarto! E giù litri d’acqua gelida in ogni dove, per strada, in giardino, sul terrazzo, davanti ad un pubblico, con qualche “Epic fail” davvero divertente. L’importante era farlo e filmarlo, poi chissà quante donazioni sono veramente arrivate a destinazione! Da lì si è aperta una voragine: tutti a sfidarsi, in nome della tipica spavalderia internettiana che inesorabilmente si scioglie come neve al sole quando la realtà bussa alla porta e ti presenta il conto. Ma anche in questo campo le cose buone si trovano, sfide che vanno nella direzione giusta, o almeno nella direzione che piace a noi di IGL. “No buy – One year”, per esempio. Traducendo alla lettera, non è nient’altro che “Non comprare per un anno”. Cosa? Si tratta di una vera e propria sfida a non acquistare nuovi capi di abbigliamento per 365 giorni, soprattutto dalle piattaforme di fast fashion. La challenge mira a sensibilizzare i consumatori sulle tante conseguenze negative che derivano dagli acquisti presso i colossi globali. Queste sono ormai disastrose, sia in termini ambientali che per quanto riguarda le condizioni dei lavoratori.

Il mercato del fast fashion non è una novità. Ha fatto il suo esordio sul mercato negli anni ’80, ma è stato con il passare dei decenni che i ritmi sono diventati sempre più frenetici: oggi, non a caso, si parla addirittura di ultra-fast fashion. Colossi dell’abbigliamento sfornano centinaia di migliaia di nuovi prodotti ogni giorno, puntando su sconti effettivamente convenientissimi che fanno leva sulle dinamiche che caratterizzano il cosiddetto shopping. Tutti vogliono tutto e subitola moda è usa e getta e sembra quasi impossibile pensare di indossare uno stesso capo due volte. Scarsa qualità e trend che si alternano senza sosta fanno il resto. Le conseguenze di questo modello di business sono disastrose e devastanti. Il mondo è costellato di discariche a cielo aperto, con rifiuti tessili che ormai è impossibile smaltire. Le emissioni di carbonio sono sempre più ingenti e i lavoratori sono sottoposti a ritmi di produzione semplicemente disumani. Non comprare vestiti nuovi equivale al dischiudersi di un’infinità di scenari come saper utilizzare e sfruttare al meglio quello che già si ha nell’armadio oppure prediligere il riuso, tra second-hand e vintage. Potrebbe sembrare un’inutile goccia nel mare, ma non è affatto vero. Così facendo, ognuno di noi riduce il proprio apporto di carbonio aiutando l’atmosfera e limitando i rifiuti che manderà in discarica. Costruirete abitudini psicologiche sane, limiterete i rifiuti che mandate in discarica e preserverete i tuoi sudati guadagni dalle aziende che non forniscono ai loro lavoratori salari dignitosi e condizioni di lavoro sicure. La challenge social #NoBuy One year punta a sensibilizzare i consumatori e a far prendere loro coscienza di tutto ciò che c’è dietro i prezzi stracciati del fast fashion.

 

Noi di IGL abbiamo sposato da tempo tutte quelle iniziative che mirano a preservare le risorse naturali del pianeta. In primis, fornendo solo energia verde 100% certificata, ma anche collaborando con marchi nazionali e internazionali con la nostra stessa visione del mondo, con aziende che condividono la nostra passione per uno stile di vita sostenibile. Quindi, non possiamo che fare il tifo per questa challenge “No buy One year”, e magari confrontarci nel 2025 per capire insieme com’è andata veramente. Buona sfida a tutti!

Le Connessioni Green di IGL

Le Connessioni Green di IGL

Ecco, il 2024 tanto atteso è arrivato, ormai da più di un mese! Noi di Italia Gas e Luce siamo già all’opera per cercare di mettere in pratica i Buoni Propositi scritti su una pagina e messi sotto l’albero durante le Feste Natalizie. In cima alla lista c’era scritto: Collabora con chi ti somiglia.  Detto, fatto. Abbiamo cominciato le nostre ricerche accurate, selezionando un bel po’ di aziende che ci incuriosivano, con un comune denominatore: dovevano avere il nostro stesso stile di vita, amare il pianeta ed avere un forte atteggiamento ecologico. Non è stato difficile trovarli, sembra che in molti, per fortuna, stiano seguendo la strada del green. Ma noi non volevamo accontentarci, abbiamo selezionato proprio il meglio.

Siete curiosi di conoscere con chi IGL ha stretto nuove collaborazioni? Come siete impazienti! Va bene, ve lo diciamo.

Siamo partiti col botto. Cosmetici e prodotti per il corpo totalmente ecologici. Direttamente dalla Spagna, “Freshly Cosmetics“. Grazie alla loro cosmetica naturale ci prendiamo cura di noi stessi in modo sano, utilizzando ingredienti naturali che proteggono, coccolano e rispettano la nostra pelle e i nostri capelli, ma anche l’ambiente. Freshly si impegna a creare cosmetici naturali che siano efficaci, sostenibili ed ecologici, per noi e per il nostro pianeta. I loro cosmetici sono tutti realizzati con ingredienti che provengono direttamente dalla natura come aloe vera, avocado, avena, olio di mandorle, zenzero. Essendo naturali, questi ingredienti vengono riconosciuti meglio dalla nostra pelle e quindi apportano innumerevoli benefici a breve e a lungo termine, fornendo al nostro corpo tutte le vitamine, le sostanze nutritive e gli antiossidanti di cui ha bisogno.

Dopo la cura del nostro corpo e della nostra pelle abbiamo pensato a come vestirci in modo sostenibile, ed è qui che nasce il secondo incontro: “Par.co Denim“. Si tratta di jeans ecosostenibili. I loro capi sono realizzati in Italia a filiera corta: 100% Made in Italy, sono tagliati, cuciti e assemblati, da piccoli artigiani e aziende locali, che si trovano entro 35 km dalla sede operativa del brand a Bergamo. Scelgono con cura chi si occupa di ogni passaggio della filiera produttiva, che già risponde a uno standard di qualità a cui non vogliono rinunciare: utilizzare cotone biologico o riciclato, filati naturali, lavaggi e trattamenti senza agenti chimici e con il minor impatto ambientale. I materiali utilizzati per le loro collezioni sono di cotone biologico, certificato GOTS (Global Organic Textile Standard). I lavaggi e i trattamenti dei capi sono ecosostenibili, non vengono impiegate sostanze chimiche pericolose per l’uomo e per l’ambiente. Tutti gli indumenti Par.co Denim sono cruelty-free, privi di crudeltà; infatti, non vengono utilizzati materiali di origine animale per gli accessori. E poi, questo lo diciamo noi e dovete crederci: sono bellissimi!

Dovevamo poi pensare ai nostri piedi e alla nostra schiena: camminare correttamente è alla base di tutto, no!? Ecco che conosciamo WAO, scarpe 100% ecologiche. Selezionano con cura e attenzione tutti i materiali, scegliendo esclusivamente quelli più sostenibili dal punto di vista ambientale, non di origine animale, e riciclabili a fine vita. Ciò che rende le sneakers WAO ancora più uniche è che le smaltiranno una volta che avremo finito di indossarle, senza costi aggiuntivi provvedendo al ritiro gratuito delle tue sneakers! Fodera, lacci, soletto e canapa diventeranno terriccio, Econyl verrà riciclato, mentre la suola verrà messa in uno speciale compost per essere degradata e riutilizzata come materiale organico. Ma non è possibile parlare di moda sostenibile senza certificazioni garanti di questo appellativo. Solitamente vengono assegnate al materiale oppure all’azienda, nel loro caso la certificazione “Animal Free Fashion” riguarda il brand WAO, mentre le restanti certificazioni riguardano i loro materiali sostenibili. Anche il packaging con cui confezionano è sostenibile, essendo composto da carta certificata FSC: una parte è riciclata, ed una parte proviene da foreste responsabili. Beh, sembra davvero tutto fantastico!

Per chiudere, con tutti questi nuovi amici, ci è venuta voglia di festeggiare, fare un bel brindisi. Ma con vini provenienti da aziende che veramente amano il territorio, ovvio! E ci siamo rivolti alla Tenuta del Buonamico a Lucca: Boom! Immersa nelle colline toscane, ha alla base un forte spirito di conservazione del territorio: bilancia la coltivazione di risorse preziose, come le uve pregiate, con la salvaguardia delle terre circostanti, incluse uliveti e boschi, abbracciando le nuove tecniche vitivinicole sostenibili. Se nella Tenuta del Buonamico ogni sorso di vino è un viaggio attraverso la storia e la natura, anche per noi di IGL ogni passo verso un’energia più sostenibile è un cammino verso un futuro più rispettoso dell’ambiente.

In conclusione, siamo felici di condividere i valori di tutti questi nuovi partner, e insieme aspiriamo a essere un esempio di come la passione, la qualità e il rispetto per la terra possano convergere per creare un impatto positivo su ogni aspetto delle nostre vite. 

Missione di tutti è adottare pratiche energetiche eco-friendly nella fornitura di energia verde certificata.

Per fortuna (di tutti) che c’è Marevivo!

Per fortuna (di tutti) che c’è Marevivo!

Marevivo Onlus” è una fondazione ambientalista riconosciuta dal ministero dell’ambiente della sicurezza energetica che ha sede a Roma, dal 1985. È stata fondata da Rosalba Giugni, che ne è l’attuale presidente, e da quasi quarant’anni si batte per la salvaguardia del mare e dell’ambiente, contro l’inquinamento e la pesca illegale. Sostiene lo studio della biodiversità, la promozione e la valorizzazione delle aree protette. Un obiettivo fondamentale è l’educazione nelle scuole e nell’università per sensibilizzare sempre di più i giovani su questi temi.  Abbiamo oggi il piacere di parlare con Roberta Billi, una dei soci fondatori della delegazione toscana, che ha sede a Viareggio

Roberta, che piacere poter parlare con te! Raccontaci la realtà toscana di Marevivo onlus, che ha sede a Viareggio. Quando è nata, e quali sono gli obiettivi che si è prefissa.

 

Circa due anni fa è nata a Viareggio la delegazione toscana. Siamo un gruppo molto giovane, e grazie alla nostra team leader Marina Gridelli, che ha conosciuto Rosalba Giugni, siamo stati coinvolti per creare una prima squadra di soci fondatori. Una squadra che si sta ampliando sempre di più, perché evidentemente riusciamo a comunicare e a sensibilizzare quello che è un tema molto scottante in questi anni. 

Personalmente mi occupo di comunicazione e mi sono occupata per esempio in particolare del progetto “Piccoli gesti e grandi crimini”, la sensibilizzazione contro l’abbandono dei mozziconi di sigaretta per la strada, sulle spiagge, lungo i fiumi. La nostra squadra è formata anche da varie professionalità, abbiamo due biologi marini, un’archeologa, persone che vanno nelle scuole, insegnanti volontari, che appunto comunicano con i ragazzi e con i bambini. Questa, secondo noi, è una cosa importantissima. Il coinvolgimento della comunità locale parte proprio dalle scuole dove si cerca di sensibilizzare ragazzi e bambini alle problematiche dell’ambiente e organizzare anche delle giornate di pulizia della spiaggia, dove i più giovani vengono in contatto con delle guide ambientali che ulteriormente approfondiscono la problematica e fanno conoscere la flora e la fauna da salvaguardare e da rispettare. 

 

Qual è stata la principale motivazione dietro l’apertura di Marevivo Toscana e quali sfide avete affrontato finora nel promuovere la tutela ambientale nella nostra regione?

 

La principale motivazione che ci ha spinto a fondare Marevivo delegazione toscana è stata l’entusiasmo con cui abbiamo tutti sposato questo tema, ma soprattutto la voglia di ampliare la sensibilizzazione, la conoscenza di tante problematiche, il rispetto che deve essere portato al mare e alla flora e la fauna che lo compongono, e anche alla pesca

Abbiamo avuto tante collaborazioni, anche con le istituzioni e con l’amministrazione locale, per cui sono tutte sfide. Vuol dire mettersi in gioco ogni volta, ma devo dire con molte soddisfazioni che vediamo giorno dopo giorno.

Abbiamo poi coinvolto la Cittadella della pesca di Viareggio, attraverso la collaborazione con un’importante azienda, riuscendo a donare oltre 2300 cassette blu di plastica riciclabili e rintracciabili. Se questa campagna continua, riusciremo ad eliminare in via definitiva il polistirolo per il pesce. Viareggio in questo caso è stata un po’ l’area test, in quanto siamo stati i primi, attraverso Marevivo a far utilizzare ai pescatori queste cassette attraverso il progetto “Bluefishers”. L’esperimento è stato più che positivo per cui veramente speriamo che anche il polistirolo, che è altamente inquinante, e diventa addirittura cibo per i pesci, possa un giorno scomparire dai nostri mari. 

 

In che modo Marevivo Toscana coinvolge la comunità locale e le imprese nella promozione della sostenibilità e della tutela ambientale?

 

Giorno dopo giorno la nostra mission è appunto quella di coinvolgere la comunità locale e nuove zone in Toscana, con altri volontari. Ne abbiamo già su Livorno e li avremo su Massa. Visto che le nostre coste sono così vaste sarà necessario parlare a tante persone, in tanti luoghi. Dobbiamo far attenzione alle nostre azioni, pensare a quanto ognuno di noi sia responsabile diretto di quello che è il futuro del nostro ambiente, in tutti i sensi, dal mare alle montagne, dev’essere sempre presente come un valore costante. Questo è quello che ci auguriamo, e speriamo con un po’ di ottimismo di raggiungere.

Inoltre, riguardo alla collaborazione con imprese e le aziende sono le stesse aziende, proprio per un bilancio di sostenibilità e per un’azione a favore dell’ambiente, che oggi ci chiedono di collaborare mandando dipendenti in squadra, a pulire la spiaggia, ad ascoltare delle guide ambientali che possano fare delle lezioni, e tutto questo serve ad ampliare il grado di conoscenza di queste problematiche.

 

 

Quali sono i progetti che state portando avanti in questo periodo?

 

Sono tanti, davvero tanti e diversificati. Quello di “Nautici in blu” è un progetto dedicato agli istituti nautici. A Viareggio abbiamo un importante Istituto Nautico che ha l’obiettivo di integrare, rafforzare le conoscenze degli studenti degli Istituti nautici sul complesso rapporto tra la crescita economica, la transizione ecologica e il mantenimento dell’equilibrio naturale. Per cui, creare consapevolezza, aumentare la professionalità di quelli che saranno i futuri operatori dell’ambiente e del mare. 

Inoltre, a Viareggio abbiamo dato luogo al ripescaggio degli pneumatici nel porto. Sono stati ripescati più di 50 pneumatici che, essendo utilizzati anche dalle barche come parabordi, spesso vengono abbandonati e giacciono in fondo al mare, creando naturalmente inquinamento, mentre invece sono materiali che possono essere riciclati e riutilizzati. Ha fatto molto scalpore questa notizia anche perché durante questo ripescaggio è stata ritrovata una anfora romana e quindi diciamo siamo stati pubblicizzati anche per questo evento particolare. 

Voglio ricordare anche “Piccoli gesti grandi crimini”, i mozziconi di sigaretta protagonisti della scena del crimine ricreata in piazza Mazzini a Viareggio con un mozzicone di sigaretta enorme che era l’imputato della causa della morte di tante creature marine.

Ultimo ma non ultimo, nelle scuole portiamo una bella mostra che si chiama “Only one” per dire che di mare ce n’è uno solo, dipendiamo solo da lui e dobbiamo salvaguardarlo. Grazie a questi pannelli e a quelle immagini, che stanno girando anche sulla nave Amerigo Vespucci, i porti di tutto il mondo, potranno parlare di noi.

 

Grazie davvero Roberta per queste belle parole. Noi di Italia gas e luce siamo al vostro fianco, parleremo di voi, anche ma non solo con questo articolo, e cercheremo con le nostre forze di sostenervi e promuovermi, perché quello che fate è davvero lodevole, ma soprattutto fondamentale per comunità e per il pianeta. Ti lascio un saluto finale. 

 

Vi saluto e vi ringrazio con un’ultima chicca. Pensate che ogni settimana noi in ingeriamo, assorbiamo attraverso la nostra pelle una quantità di microplastiche pari al peso di una carta di credito! Quindi questo la dice lunga su quanto siamo esposti e vulnerabili. 

ECO-OROSCOPO 2024

ECO-OROSCOPO 2024

Il 2024 sarà l’anno della svolta ecologica? La vera grande priorità da affrontare è capire come ridurre l’impronta dell’uomo e le emissioni che alterano il clima, visto che la febbre del Pianeta continua a salire. Cosa aspettarsi allora dai prossimi dodici mesi? Ci pensa il nostro “eco-oroscopo”! Ecco cosa hanno in serbo gli astri per ogni segno zodiacale in questo anno cruciale per il pianeta.

Ariete (21 marzo – 19 aprile)

Sentirete l’urgenza di agire immediatamente per il nostro futuro. Ora che Plutone è fuori dalla vostra traiettoria, potrete trovare le energie giuste per diventare leader di iniziative sostenibili sia in famiglia che al lavoro. L’equinozio di primavera potrebbe essere un punto di svolta, spingendovi a effettuare investimenti in tecnologie rinnovabili.

Consiglio Igl: È il momento di trasformare la passione in azione, uscire dal letargo, magari iniziando a usare un nuovo mezzo di trasporto ecologico o impegnandosi in attività di volontariato ambientale.

Toro (20 aprile – 20 maggio)

Troverete l’armonia che vi consentirà di compiere pratiche quotidiane per promuovere il benessere della Terra. La vostra natura sensuale vi guiderà verso acquisti che non sono solo ecologici, ma che donano anche piacere ai sensi, come frutta e verdura a km zero e di stagione o come percorsi di benessere con prodotti eco-bio.

Consiglio Igl: Grazie alla congiunzione astrale favorevole in primavera, sarà il periodo ideale per metter su un orto biologico o per rinnovare il guardaroba con capi vintage.

Gemelli (21 maggio – 20 giugno)

Quest’anno la vostra parola chiave sarà rivincita! Dopo anni che vi prodigate a spiegare che “in natura i rifiuti non esistono”, finalmente riuscirete a trovare chi vi darà ascolto. Attenzione, quindi, a tenere le braccia aperte per accogliere i cambiamenti!

Consiglio IGL: anche se sarà un anno da ricordare, ciò non vuol dire che saranno tutte rose e fiori: in estate puntate a una vacanza rilassante, immersi nella natura all’interno di strutture turistiche ecosostenibili. Pollice in su per la scoperta di piccoli ristoranti che promuovono menù con ingredienti locali.

Cancro (21 giugno – 22 luglio)

Il 2024 sarà un anno di profonda riflessione interiore per i Cancro. Per questo, cari Cancro, la consapevolezza del momento vi farà sentire la necessità di fornire il vostro contributo per difendere la vostra famiglia e il pianeta dal surriscaldamento globale. Un’eclissi lunare di marzo potrebbe spingervi a fare grandi cambiamenti nella vostra casa. 

Consiglio IGL: Installate un impianto per la raccolta dell’acqua piovana o fate un cambio radicale con l’abbandono dell’auto privata in favore di biciclette e mezzi pubblici.

Leone (23 luglio – 22 agosto)

Leoni, siete noti per il vostro spirito regale, ma fate attenzione a usare la vostra influenza per il clima e non per promuovere le fonti fossili. La vostra presenza potrà, essere un faro di speranza ed innovazione nel campo ambientale. 

Consiglio Igl: Nelle assemblee condominiali promuoverete interventi di manutenzione delle parti comuni in chiave green tipo: una maggior cura del giardino scegliendo piante che fungano da “spugna” per trattenere l’acqua durante i violenti acquazzoni.

Vergine (23 agosto – 22 settembre)

La vostra precisione e il desiderio di efficienza si riveleranno utili nello sviluppo di nuovi sistemi per migliorare la sostenibilità, sia a casa che sul lavoro. Per voi, il 2024 sarà l’anno di un’attenta riflessione su parole e coerenza: le premesse ci sono tutte, ma devono essere trasformate in una vera transizione ecologica ed energetica. 

Consiglio Igl: Mentre Giove transita nel vostro segno, potreste cominciare o scoprire nuovi modi di vivere e iniziare a pesare l’impronta ambientale delle vostre scelte, anche nel carrello della spesa.

Bilancia (23 settembre – 22 ottobre)

Nel 2024 la vostra capacità di trovare i punti di equilibrio vi spingerà a comprendere come perseguire l’armonia nella vostra vita: via il superfluo, gli abiti che non indossate più e a quegli attrezzi da cucina che avete acquistato dopo aver visto una trasmissione culinaria, ma che poi non avete mai usato. 

Consiglio Igl: Rivolgetevi quindi ai negozi dell’usato! Pubblicate annunci sui gruppi social di quartiere o, in alternativa, organizzate swap party con gli amici.

Scorpione (23 ottobre – 21 novembre)

In questo 2024 l’energia delle stelle vi spingerà ad indagare e appassionarvi sul meraviglioso mondo della seconda vita di beni e materiali. Come è possibile che una lattina possa diventare una bicicletta o che una bottiglia di plastica si trasformi in un maglione? E’ possibile! 

La vostra passione per il mistero e per le profonde trasformazioni troverà sfogo nel campo dell’economia circolare. 

Consiglio Igl: Che tutto questo non resti soltanto un interrogativo. Essendo l’acqua il vostro elemento, potreste pensare di partecipare attivamente alla protezione dell’oro blu e allo sviluppo di progetti di depurazione eco-compatibili.

Sagittario (22 novembre – 21 dicembre)

Primavera e autunno saranno i momenti ideali per dare libero sfogo alla vostra voglia di avventura. La vostra natura spavalda vi porterà, nel corso del prossimo anno, a esplorare nuovi orizzonti e a affrontare un viaggio-avventura all’interno di uno dei tanti percorsi di turismo lento, di trekking o di cicloturismo.

Consiglio Igl: Non sottovalutate anche i viaggi estivi che vi consentiranno di riscoprire i tesori naturali presenti sui fondali marini. Ovviamente la regola aurea da seguire sarà quella di osservare e non toccare!

Capricorno (22 dicembre – 19 gennaio)

Capricorno, il vostro impegno e la dedizione per il lavoro convincerà i vostri capi a seguire i vostri consigli: è arrivato il momento di rendere più eco-efficiente anche l’ufficio! Il vostro pragmatismo e la vostra capacità di pianificazione vi consentiranno di dimostrare che si può lavorare in un ambiente confortevole e, allo stesso tempo, efficiente dal punto di vista energetico. 

Consiglio Igl: Promuovendo con decisione l’attività di smart-working diventerete molto popolari fra i vostri colleghi. Potrete lavorare in montagna o al mare pronti, alla fine dell’orario d’ufficio, a fare escursioni nella natura o semplicemente a godervi il mare nelle ore meno roventi. 

Acquario (20 gennaio – 18 febbraio)

La visione innovativa di voi Acquario vi farà sfruttare il binomio tecnologia-sostenibilità. Attenzione alle temperature estive: una botta di calore potrebbe farvi vacillare. Ricordate, quindi, di non abusare dell’aria condizionata.

Consiglio Igl: Abituatevi a soggiornare negli ambienti domestici più freschi e ad abbassare i vostri bollenti spiriti con una doccia altrimenti, oltre al peso dell’impronta ambientale, potreste sentire quello del costo della bolletta energetica.

Pesci (19 febbraio – 20 marzo)

Siete l’ultimo segno dell’inverno. Troverete conforto e ispirazione nella natura e il vostro spirito empatico vi spingerà a lavorare per tutelare la biodiversità. Continuate a coltivare sul balcone le piante aromatiche ma iniziate a piantare anche frutta e verdura del territorio, di stagione e possibilmente senza usare prodotti chimici!

Consiglio Igl: Siccome Nettuno vi incoraggerà a esprimere la vostra creatività tramite la musica, realizzate strumenti musicali con vecchi materiali di recupero per far risuonare forte il grido della Terra.

 

Buon 2024 a tutti!

A Capodanno non c’è trucco né inganno (se è sostenibile)

A Capodanno non c’è trucco né inganno (se è sostenibile)

Vi rivelo un segreto: l’Ultimo dell’anno può essere vissuto in modo ecosostenibile. Non ci credete? Tra veglioni, vacanze e riti scaramantici sono tante le accortezze che si possono adottare per divertirsi a Capodanno senza perdere d’occhio il rispetto per l’ambiente. Ecco, quindi, qualche consiglio per un fine ed inizio anno all’insegna della sostenibilità.

Ammettiamolo, il vero protagonista di questa festa per gran parte della serata è il cibo, con tavolate dove è presente ogni prelibatezza che si possa desiderare. Tutto giusto, ma ciò non vuol dire per forza eccedere senza pensare al Pianeta

Per un cenone di Capodanno da veri chef stellati che stupirà il palato dei vostri ospiti prestate molta attenzione agli ingredienti dei piatti: prediligete sempre prodotti del territorio, di stagione e freschi che renderanno le pietanze più buone, contribuendo, allo stesso tempo, a ridurre le emissioni di CO2. Non esagerate nelle quantità per evitare inutili sprechi. Se dovesse avanzare qualcosa “rifilatelo” ai vostri commensali o chiedete loro di tornare il giorno seguente per continuare la festa e “pulire” teglie e tegami.

Anche l’apparecchiatura non potrà che essere ecofriendly quindi, sì ai servizi di piatti, bicchieri e posate che custodite gelosamente per le grandi occasioni: se non ora, allora quando? Se però il suggerimento delle stoviglie lavabili non è praticabile, fate attenzione che l’usa e getta sia biodegradabile e compostabile. Si tratta infatti di scarti che potrete conferire nella pattumiera dell’umido insieme agli avanzi di cibo. Per il centro tavola evitate oggetti di plastica. Meglio piccole piantine, magari di peperoncino rosso contro la cattiva sorte, una scelta che sicuramente stupirà i vostri ospiti e potrete regalare loro a fine serata.

Veniamo adesso alle dolenti note: i fuochi d’artificio o “botti” che vengono comunemente utilizzati per festeggiare. Si tratta di un’usanza nata per allontanare, con il rumore generato dallo scoppio, spiriti maligni e demoni malvagi. Oggi, la sola cosa che riescono a spaventare sono gli animali: il frastuono prodotto è infatti per loro un vero e proprio incubo. Ma i problemi non finiscono qui. A causa dell’esplosione iniziale i giochi pirotecnici posso innescare incendi, essere pericolosi per l’incolumità fisica di chi li sta utilizzando e, non ultimo, rilasciano nell’aria sostanze inquinanti contenute al loro interno. Quindi per rendere green i vostri festeggiamenti meglio evitarli, ma se proprio non ne potete farne a meno attenzione a dove li gettate dopo averli utilizzati. Solo se sono completamente esplosi e spenti, vanno conferiti nell’indifferenziato.

Negli ultimi anni si è diffusa l’usanza di lanciare in aria la notte di San Silvestro le lanterne cinesi, piccole mongolfiere in miniatura costruite in metallo e carta, che si alzano in cielo grazie a una piccola fiamma. Il loro successo è dato dal fatto che in molti le ritengono più rispettose dell’ambiente rispetto ai tradizionali fuochi d’artificio. Purtroppo, potremmo definirli falsi amici dell’ambiente questo perché a causa della presenza di una fiammella viva possono innanzitutto causare roghi, a cui si aggiunge il fatto che una volta tornate a terra gli animali possono ingerirne i frammenti con il rischio di soffocare oppure possono ferirsi o ustionarsi a contatto con i resti.

E per finire… per i più scaramantici, la notte di Capodanno è immancabile indossare dell’intimo rosso, un rito per dire addio al vecchio anno e accogliere il nuovo con l’auspicio che questa lingerie porti fortuna. Una tradizione che forse non tutti sanno nasce in Cina dove questo colore simboleggia appunto la buona sorte. Ma se quest’anno l’intimo porta fortuna fosse green? Un segnale di buono augurio per un anno nuovo all’insegna del rispetto del Pianeta. Non parliamo letteralmente di un intimo di colore verde ma di lingerie sostenibile, sono infatti sempre più numerose le aziende che scelgono di puntare sulla creazione di linee underwear ecofriendly, sia femminili che maschili, impiegando tessuti che rispettano l’ambiente.

Bene, vi abbiamo detto tutto, ora non vi resta che vivere alla grande la notte più folle dell’anno.

(N.D.R.) Abbassate le aspettative, eviterete di rimanere delusi. In fondo è un giorno come un altro, con l’aggravante che al risveglio avrete un anno in più 😉

Buon 2024!

Albero di Natale: fake o real?

Albero di Natale: fake o real?

Con il 6 di dicembre si dà il via alle danze natalizie, si inizia a pensare ai regali da fare, qualcuno cerca il muschio per il presepe, qualcuno chiede “E il Cenone dove si fa?”.

Ma il dilemma più annoso rimane sempre quello: l’albero di Natale. Come lo faremo quest’anno? E allora si sale in soffitta o si scende in garage cercando di capire in quali condizioni lo abbiamo lasciato lo scorso anno. E le luci? Quest’anno le voglio luminosissime! E poi, dulcis in fundo, arriva la domanda che ti mette davvero in crisi: meglio vero o finto? Sulla questione vi sono opinioni discordanti, visto che sono diversi i pro e i contro da prendere in considerazione.

La maggior parte delle persone opta per un abete finto, principalmente per una questione di comodità. Il vantaggio principale è che può essere acquistato praticamente ovunque ed è disponibile in tantissime dimensioni. Inoltre, sono alberi resistenti e non hanno bisogno di cure particolari. Un altro enorme vantaggio è dato dal fatto che possiamo riutilizzarli per le festività natalizie degli anni successivi. 

Tuttavia, non sono così sostenibili come potrebbe sembrare. Generalmente gli alberi artificiali sono realizzati in plastica di cloruro di polivinile o PVC, altamente inquinanti. Sono quindi difficili da smaltire e spesso finiscono nelle discariche locali invece di essere riciclati correttamente. 

Quando e perché optare per un abete natalizio finto in definitiva? Il consiglio è quello di acquistarne uno artificiale solo se ha intenzione di usarlo per almeno cinque anni e se poi viene smaltito in maniera adeguata.

Anche se in commercio ormai si trovano alberi finti talmente ben rifiniti da sembrare “vivi”, l’abete vero crea tutta un’altra atmosfera in casa. Prima di “ospitarne” uno in casa, però, bisogna ricordarsi di posizionarlo in un punto dell’abitazione non troppo caldo e preferibilmente illuminato da luce naturale, dato che gli abeti vivono in ambiente piuttosto freddi. Inoltre, occorre optare per decorazioni adeguate, evitando di eccedere (per permettere alla pianta di respirare) e palline troppo pesanti. Considerate anche che gli alberi veri tendono a perdere molti aghi. 

Ma una domanda che si fanno in molti a proposito di abeti veri è la seguente: è davvero etico abbattere alberi per addobbare casa? Servono circa sette anni per far crescere un albero di Natale. In quell’arco di tempo, quell’abete assorbe anidride carbonica, combattendo la crisi climatica. Inoltre, generalmente gli agricoltori piantano un paio di piantine per ogni albero abbattuto.

Ma quando si procede con l’acquisto di un abete è sempre consigliato farlo in maniera consapevole, ovvero rivolgendosi ad un rivenditore autorizzato. Il nostro consiglio è quello di optare per alberi autoctoni in modo da diminuire l’impatto ambientale legato ai trasporti e favorire gli agricoltori locali. Assicuratevi che l’albero che scegliete abbia ancora le radici e non sia stato tagliato male, in modo da piantarlo nuovamente dopo le feste.

E comunque, chi l’ha detto che solo l’abete è in grado di creare un’atmosfera natalizia magica? Se a casa non avete né un abete vero né uno finto potete abbellire anche un altro alberello che avete in balcone o in giardino. In alternativa, potete realizzare anche degli alberi originalissimi con materiali riciclati, ad esempio feltro o cartone. C’è davvero l’imbarazzo della scelta! 

Adesso sapete tutto, pro e contro, a voi la scelta! Vanno bene entrambe, intendiamoci. L’importante è sempre lo spirito con il quale si affrontano le feste di fine anno: pensando un po’ meno a se stessi e un po’ di più a chi è davvero in difficoltà. 

Buon Natale!

Che evento, il Calendario dell’Avvento

Che evento, il Calendario dell’Avvento

Questi sono giorni difficili, per chi, come me, non sa minimamente cosa sia un Calendario dell’Avvento. Dove sta la difficoltà? Ma, ovviamente, nel dover trovare ben 24 differenti regali, che non siano troppo costosi e che entrino in una casella minuscola appesa al muro. Facile, no? Però non mi sono perso d’animo e, siccome sono una persona curiosa che non vuole mai deludere le aspettative, ho deciso di saperne un po’ di più. Ecco cosa ho scoperto.

La storia del calendario dell’Avvento inizia nel XIX secolo. Furono dei luterani tedeschi i primi a utilizzarlo. I primi calendari non erano legati ai regali. Tuttavia, sin dall’inizio furono pensati per aiutare la celebrazione di questo periodo speciale: rendevano più bello il conto alla rovescia dei giorni dal primo giorno dell’Avvento alla Vigilia di Natale

Il primo calendario dell’Avvento apparve nel 1839. Il pastore Johann Hinrich Wichern, che dirigeva un centro di accoglienza per orfani ad Amburgo, decise di rendere più piacevole ai piccoli l’attesa delle feste di Natale. Così, su una ruota di legno del diametro di 2 metri, mise delle candele. Ogni sera si incontravano e ne accendevano una, passando il tempo pregando e cantando insieme. 

La tradizione iniziata dal pastore luterano si diffuse rapidamente in tutta la Germania assumendo, col tempo, diverse forme alternative. Quelli più semplici erano costituiti da 24 trattini disegnati sulla porta d’ingresso: ogni giorno fino alla Vigilia di Natale ne veniva cancellato uno. Un’altra idea era quella di preparare un giaciglio per Gesù bambino: a questo scopo ogni giorno si doveva mettere una pagliuzza nella mangiatoia allestita nel presepe. Ma fu il 1902 a portare un’altra svolta: ad Amburgo comparvero calendari dell’Avvento stampati. I primi di questi avevano la forma di un orologio, negli anni successivi comparvero versioni con 24 immagini colorate o adesivi con immagini dal contenuto religioso.

Ma la svolta definitiva fu data dal tipografo tedesco Gerhard Lang, che da bambino contava con grande impazienza i giorni fino alla Vigilia di Natale. Stanca delle domande del figlio, sua mamma creò per lui una tavola di cartone sulla quale mise 24 biscotti “Wibele”. Il bambino poteva mangiare solo un biscotto al giorno. In questo modo la mamma rese più piacevole a suo figlio l’Avvento e lo aiutò a capire quanti giorni mancavano fino alle feste. Da adulto, nel 1930 Lang iniziò la produzione di Calendari fatti di bomboniere con 24 finestrelle piene di cioccolatini. Questa idea si rivelò un incredibile successo. I calendari con regali per ogni giorno dell’Avvento acquisirono rapidamente popolarità in tutto il mondo. Così è cominciata la storia del calendario dell’Avvento nella sua forma attuale.

Ok, adesso conosco tutta la storia del Calendario dell’Avvento, ma quale scegliere? I calendari moderni differiscono molto dalla loro forma originale. I regali più comuni rimangono sempre i dolci, ma si possono mettere anche regali piccoli: giocattoli, articoli di cartoleria, piccoli accessori. Sembra che molti, tuttavia, si sforzino di far apparire nel calendario non solo oggetti materiali. Proprio per questo sono sempre più diffusi i biglietti con i buoni propositi da svolgere durante i 24 giorni che precedono il Natale

Ecco fatto, adesso so davvero tutto, non ho scuse. Non mi resta altro da fare che consegnare questo articolo e andare a comporre il mia personale Calendario dell’Avvento. Sicuramente sarà un successo.

E voi, cosa aspettate? Fatemi sapere com’è andata!

In vino veritas

In vino veritas

Il vino piace a noi italiani, e ci vantiamo col mondo intero di essere grandi intenditori e buongustai, nonché i migliori produttori. Tutto giusto, ma quanto conosciamo i processi che portano sulle nostre tavole quel nettare d’uva tanto amato? E, soprattutto, quanta sostenibilità c’è nella produzione nostrana? Proviamo a capirci qualcosa di più.

Quando parliamo di sviluppo sostenibile in termini generici, ci riferiamo a una produttività capace di raggiungere gli obiettivi presenti, ovvero, soddisfare le necessità attuali, senza intaccare le risorse che saranno a disposizione delle generazioni future.

Per raggiungere questi obiettivi è necessario agire in modo concreto e organizzato. Ossia, basare le proprie azioni su una radicata conoscenza del territorio in cui si opera, consapevoli che uno sfruttamento sistematico delle risorse disponibili possa portare a un rapido consumo delle opportunità.

Il settore vitivinicolo promuove ormai da anni modelli di business sostenibili. Chi lavora nella filiera produttiva del vino sa quanto la salute dei vitigni dipenda da una corretta gestione delle risorse naturali. Tuttavia, non ci si può fermare al lavoro sulla terra. La sostenibilità nel mondo del vino è un progetto che si dipana lungo tutte le fasi di vita della bottiglia: dalla coltivazione dell’uva alla produzione del vino, passando per l’imbottigliamento e la distribuzione, fino ad arrivare nelle case dei consumatori. Limitare l’uso di pesticidi e regolamentare la fermentazione in cantina, non sono azioni sufficienti. Sostenibilità ambientale nel mondo del vino significa tutelare le coltivazioni con un occhio di riguardo alla biodiversità e agli equilibri dell’ecosistema naturale.

Solo con un approccio sinergico sarà possibile mantenere un equilibrio tale da garantire una produzione vinicola sana e sostenibile.

Inoltre, è fondamentale che l’azienda vitivinicola operi nel pieno rispetto delle persone che lavorano nella filiera produttiva, garantendone la dignità, la libertà e la qualità della vita.

Infine, la priorità per un’azienda vitivinicola è guadagnare dalle proprie attività per potersi sostenere economicamente e retribuire i propri dipendenti. Dunque, la sostenibilità nel mondo del vino deve orientarsi verso politiche aziendali votate all’innovazione tecnologica, all’ottimizzazione dei costi e alla riduzione degli sprechi.

I consumatori sono sempre più attenti a quanto indicato nelle etichette. Cresce il loro interesse verso i prodotti delle aziende vitivinicole che investono in sostenibilità e tengono conto delle attenzioni che la cantina ripone nel rispetto dell’ambiente e delle persone. Nonché considerano fondamentali le azioni intraprese nella valorizzazione del territorio e nella trasparenza dei processi produttivi. Insomma, tutti noi amiamo sapere cosa versiamo nei nostri bicchieri e vogliamo avere la garanzia di consumare un prodotto che rispetti l’ecosistema in cui viviamo. Tutto qui!

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