C’era una volta il Patto verde che voleva salvare il mondo

C’era una volta il Patto verde che voleva salvare il mondo

“Il prato è verde più verde più verde, sempre più verde, il cielo è bluuuu…” cantava Ghali a Sanremo lo scorso inverno, sposando l’augurio di tutti i cittadini del mondo, in questi tempi bui in tema di ecologia.

Perché “C’era una volta il Patto verde che voleva salvare il mondo”, così come lo immaginava nel dicembre 2019 la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen: il Green Deal doveva essere il grande faro da seguire per la transizione ecologica, «il nostro uomo sulla Luna» diceva.

Ammettiamolo, il tema di questo articolo è ostico, e spesso ciò che è complicato viene messo da parte dal lettore medio, specialmente in estate. Ma sforziamoci un po’, me compreso, perché l’argomento è fondamentale per la vita di ognuno di noi. 

Allora cominciamo dall’inizio: Il Patto Verde Europeo (o Green Deal europeo) è un insieme di iniziative politiche proposte dalla Commissione Europea con l’obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050

Presentato nel 2020, non è altro che un piano di valutazione d’impatto per innalzare ad almeno il 50% l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dell’Unione Europea entro il 2030 e verso il 55% rispetto ai livelli del 1990.  L’obiettivo è la trasformazione dell’UE in una società equa e prospera con un’economia moderna e competitiva. Il pacchetto comprende iniziative riguardanti clima, ambiente, energia, trasporti, industria, agricoltura e finanza sostenibile, tutti settori fortemente interconnessi. E consiste in una serie di proposte volte a rivedere la legislazione in materia di clima, energia e trasporti e a mettere in atto nuove iniziative legislative per allineare la legislazione dell’UE ai suoi obiettivi climatici.

Ma alla luce dei risultati delle elezioni europee del 9 giugno cosa ne sarà del Green Deal? È quello che si stanno chiedendo in molti tra esperti, attivisti e cittadini. 

Noi di IGL, come ormai sapete, siamo e rimarremo sempre dalla parte dell’ambiente. Ci auspichiamo quindi che l’obiettivo di raggiungere la suddetta neutralità climatica venga raggiunto nel più breve tempo possibile.

C’è bisogno sì dell’impegno di tutti noi, ma il singolo cittadino può fare ben poco con solo le proprie forze, ci sarà bisogno di più protagonismo degli Stati membri e delle istituzioni che accompagnino la trasformazione dei nostri sistemi energetici. 

Buona fortuna, caro vecchio pianeta Terra, ne avrai davvero bisogno negli anni a venire!

Noi di IGL, ce la metteremo tutta a darti una mano!

Siamo noi i campioni dell’Europa Sostenibile 2024!

Siamo noi i campioni dell’Europa Sostenibile 2024!

I Campionati Europei di calcio sono cominciati da due settimane, ma è da adesso che si comincia a fare sul serio. Gli Azzurri sono i campioni in carica, devono difendere il titolo conquistato 3 anni fa. Tutti facciamo il tifo per l’Italia, perché in fondo il calcio durante queste manifestazioni mette d’accordo tutti o quasi, aldilà dei colori delle squadre per le quali normalmente tifiamo: se gioca l’Italia torniamo ad essere italiani veri, “alla Toto Cutugno”.

Ma la domanda chiave è un’altra, almeno per noi di IGL: saremo anche campioni di sostenibilità?

Mettere in piedi un Europeo, con tantissime squadre provenienti da tutta Europa, e quindi una quantità esorbitante di partite da giocare, lo sappiamo, non dev’essere per niente facile. L’Uefa, assieme alla Germania, compagine che organizza il torneo, ha tanto da fare affinché tutto vada per il meglio. “Vogliamo che questo sia il torneo di calcio più sostenibile di sempre” affermano i dirigenti tedeschi e quelli dell’Uefa.

E allora vediamo nel dettaglio quali sono gli intenti.

  • Richiesta di un grande impegno da parte di tutti gli stakeholder (federazioni nazionali, giocatori, tifosi, città ospitanti, autorità locali e partner) per creare un impatto collettivo.
  • Super attenzione a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della sostenibilità sociale e ambientale, grazie a campagne e iniziative durante tutta la durata del torneo.
  • Grande impegno nel provare a ridurre l’impronta di carbonio del torneo attraverso un calendario delle partite per cluster geografici e soluzioni di mobilità intelligente.
  • Inoltre, l’assunzione della responsabilità per le emissioni di carbonio inevitabili creando un fondo per il clima, che finanzierà progetti ambientali gestiti da società calcistiche amatoriali in Germania. 
  • Per quanto riguarda gli stadi e le strutture di EURO 2024 sono stati progettati tenendo conto della sostenibilità, massimizzando l’efficienza nel consumo di energia e acqua
  • In tema di Economia circolare, ci sarà una gestione della produzione di rifiuti in tutti e dieci gli stadi attraverso il principio delle 4R: riutilizzare, ridurre, riciclare e recuperare (i rifiuti). 
  • In linea con la dichiarazione dei diritti umani, EURO 2024 metterà in pratica tutta una serie completa di misure progettate per garantire il benessere e la sicurezza di tutti i partecipanti e degli spettatori.

Insomma, EURO 2024, sembra essere davvero un torneo per tutti, lavorando con le città ospitanti, gli stadi e i partner su diverse misure di accessibilità per garantire che il torneo offra un ambiente accogliente per chiunque.  Con il programma FootbALL, poi, lo sport verrà “sfruttato” come catalizzatore per la promozione di un cambiamento positivo nella società. Il messaggio è semplice ma significativo: nel calcio, tutti sono benvenuti. Con questo concetto olistico l’idea è quella di contribuire al successo di EURO 2024 e porre un’ulteriore pietra miliare sulla nostra missione di sostenibilità per ispirare, attivare e accelerare l’azione collettiva a sostegno della sostenibilità sociale e ambientale all’interno del calcio europeo.

E che vinca il migliore… cioè l’Italia!

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