In vino veritas

In vino veritas

Il vino piace a noi italiani, e ci vantiamo col mondo intero di essere grandi intenditori e buongustai, nonché i migliori produttori. Tutto giusto, ma quanto conosciamo i processi che portano sulle nostre tavole quel nettare d’uva tanto amato? E, soprattutto, quanta sostenibilità c’è nella produzione nostrana? Proviamo a capirci qualcosa di più.

Quando parliamo di sviluppo sostenibile in termini generici, ci riferiamo a una produttività capace di raggiungere gli obiettivi presenti, ovvero, soddisfare le necessità attuali, senza intaccare le risorse che saranno a disposizione delle generazioni future.

Per raggiungere questi obiettivi è necessario agire in modo concreto e organizzato. Ossia, basare le proprie azioni su una radicata conoscenza del territorio in cui si opera, consapevoli che uno sfruttamento sistematico delle risorse disponibili possa portare a un rapido consumo delle opportunità.

Il settore vitivinicolo promuove ormai da anni modelli di business sostenibili. Chi lavora nella filiera produttiva del vino sa quanto la salute dei vitigni dipenda da una corretta gestione delle risorse naturali. Tuttavia, non ci si può fermare al lavoro sulla terra. La sostenibilità nel mondo del vino è un progetto che si dipana lungo tutte le fasi di vita della bottiglia: dalla coltivazione dell’uva alla produzione del vino, passando per l’imbottigliamento e la distribuzione, fino ad arrivare nelle case dei consumatori. Limitare l’uso di pesticidi e regolamentare la fermentazione in cantina, non sono azioni sufficienti. Sostenibilità ambientale nel mondo del vino significa tutelare le coltivazioni con un occhio di riguardo alla biodiversità e agli equilibri dell’ecosistema naturale.

Solo con un approccio sinergico sarà possibile mantenere un equilibrio tale da garantire una produzione vinicola sana e sostenibile.

Inoltre, è fondamentale che l’azienda vitivinicola operi nel pieno rispetto delle persone che lavorano nella filiera produttiva, garantendone la dignità, la libertà e la qualità della vita.

Infine, la priorità per un’azienda vitivinicola è guadagnare dalle proprie attività per potersi sostenere economicamente e retribuire i propri dipendenti. Dunque, la sostenibilità nel mondo del vino deve orientarsi verso politiche aziendali votate all’innovazione tecnologica, all’ottimizzazione dei costi e alla riduzione degli sprechi.

I consumatori sono sempre più attenti a quanto indicato nelle etichette. Cresce il loro interesse verso i prodotti delle aziende vitivinicole che investono in sostenibilità e tengono conto delle attenzioni che la cantina ripone nel rispetto dell’ambiente e delle persone. Nonché considerano fondamentali le azioni intraprese nella valorizzazione del territorio e nella trasparenza dei processi produttivi. Insomma, tutti noi amiamo sapere cosa versiamo nei nostri bicchieri e vogliamo avere la garanzia di consumare un prodotto che rispetti l’ecosistema in cui viviamo. Tutto qui!

Ora (legale) o mai più!

Ora (legale) o mai più!

Il 29 ottobre alle 3:00 le lancette dei nostri orologi sono andate indietro alle 2:00, dando così il bentornato all’ora solare. Abbiamo riposato un’ora in più, perdendone una di luce al pomeriggio per guadagnarla di mattina. L’ora legale è la convenzione per sfruttare meglio la luce del sole durante il periodo estivo, risparmiando così energia allungando le ore di luce naturale a disposizione nel tardo pomeriggio. 

Il dibattito è attivo in tutta Europa sulla questione da anni: ora legale vs ora solare, anche se ha interessato maggiormente i paesi del Nord Europa, poiché, per la loro posizione geografica,  non beneficiano di più luce con il cambio dell’ora.

Ma adesso, nella ricerca spasmodica di soluzioni che possano consentirci di risparmiare energia nella prossima stagione invernale, il tema prende piede anche in Italia per affermare che al momento interrompere i cambi d’ora stagionali non è una soluzione considerata molto efficace, ma potrebbe essere presa in considerazione qualora la situazione peggiorasse ulteriormente.

Eppure, fra gli scienziati non c’è consenso unanime sui benefici. Secondo gli esperti, passare definitivamente all’ora legale “consentirebbe di guadagnare un’ora di luce e calore solare al giorno e determinerebbe in Italia risparmi sui consumi di energia stimabili in circa 1 miliardo di euro solo nel primo biennio”. Dunque, la proposta è quella di istituire l’ora legale tutto l’anno, abbandonando l’obsoleto passaggio ora legale/ora solare per contrastare il caro-energia e consentire a famiglie e imprese risparmi sulle bollette di luce e gas. Terna, la società di reti per la trasmissione di energia elettrica, ha quantificato in 420 milioni di kilowattora l’energia elettrica risparmiata nei 7 mesi del 2022 nei paesi in cui è in vigore l’ora legale, con un minor consumo di elettricità in 15 anni pari a 10 miliardi di kilowattora, per un totale di 1,8 miliardi di euro risparmiati grazie all’ora legale.

Di contro, c’è la risposta degli endocrinologi che sostengono che il passaggio per sempre all’ora legale potrebbe avere ripercussioni negative sulla salute.  Infatti, secondo loro, l’ora legale permanente potrebbe essere in forte contrasto con l’orologio biologico e rivelarsi deleteria per la salute del cittadino, accrescendo fino al 20% il pericolo di conseguenze negative sul metabolismo e il sistema cardiovascolare. Mettendo a confronto persone che vivono all’estremità Est e a quella Ovest di uno stesso fuso orario, ci si è accorti che chi vive a ridosso del fuso più occidentale, e quindi è in una situazione più simile a quella che si avrebbe con l’introduzione dell’ora legale permanente, in media dorme di meno, traducendosi, oltre che in un calo del 3% della produttività, in una probabilità dell’11% più alta di essere in sovrappeso e del 21% in più di andare incontro a obesità e diabete”. Anche il rischio di attacchi cardiaci sale del 19%.

Questi dati suggeriscono che qualcosa di analogo accadrebbe anche rendendo permanente l’ora legale nel nostro Paese. Infatti, le serate più luminose, dal canto loro, sarebbero meno ‘affini’ all’orologio biologico umano che alla sera ha bisogno del buio per produrre melatonina e per un riposo adeguato. È possibile che abbia addirittura più benefici per la salute rendere permanente l’ora solare, che almeno sulla carta sembra più in sincrono con il nostro orologio biologico.

Insomma, come al solito, l’unanimità di pensiero e di intenti è complicata da raggiungere. Non ci resta che fidarci e affidarci agli esperti, sperando che sia sempre il cittadino al centro delle soluzioni, e non la vittima dei giochi socioeconomici degli stati più potenti.

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